Il paese che non c’è

Il paese sommerso di Curon: storia e memoria sotto il Lago di Resia

Nel cuore della Val Venosta, al confine tra Italia, Austria e Svizzera, sorge un’immagine suggestiva e quasi surreale: un antico campanile emerge solitario dalle acque del Lago di Resia. Questo simbolo iconico appartiene al vecchio paese di Curon, sommerso nel 1950 in seguito alla costruzione di una diga. Un caso emblematico in cui il progresso ha cancellato una comunità intera.

Lago di Resia

Un progetto discusso

Alla fine degli anni ’40, l’area tra i laghi naturali di Resia e Curon fu individuata come sede ideale per un bacino idroelettrico. Il progetto, portato avanti dalla società Montecatini (oggi parte di Edison), prevedeva l’unificazione dei due laghi tramite un’invaso artificiale profondo 22 metri. Nonostante le proteste della popolazione locale, il piano fu approvato e realizzato con il supporto delle autorità italiane del dopoguerra.

Nel luglio del 1950, oltre 160 edifici furono demoliti o abbandonati, e più di 500 ettari di terreno agricolo finirono sott’acqua. Gli abitanti furono costretti a lasciare le loro case e a ricostruire il paese su un altopiano poco distante, oggi noto come Curon Venosta.

Il campanile che resiste

L’unico elemento architettonico risparmiato dalla distruzione è il campanile della chiesa di Santa Caterina, risalente al XIII secolo. Ancora oggi, svetta dalle acque del lago come simbolo di ciò che è stato. Protetto come monumento storico, è visitabile in inverno quando il lago ghiaccia e si può raggiungere a piedi.

Attorno a questa struttura si sono sviluppate leggende locali: si racconta, ad esempio, che nelle notti più fredde si possano ancora udire i rintocchi delle campane, rimosse più di settant’anni fa.

Curon oggi

Il nuovo centro abitato di Curon Venosta ospita circa 2.300 abitanti e mantiene viva la memoria del paese perduto. Il Lago di Resia è oggi una destinazione turistica molto apprezzata, sia per la sua bellezza naturale sia per l’alto valore simbolico. Sport acquatici, escursioni, piste ciclabili e percorsi tematici attirano ogni anno migliaia di visitatori.

Nel 2020, la storia di Curon è tornata alla ribalta grazie alla serie televisiva omonima prodotta da Netflix. Pur con elementi soprannaturali, la serie ha riacceso l’attenzione internazionale su questa vicenda storica.

Un caso emblematico

Il paese sommerso di Curon è diventato nel tempo un simbolo di identità culturale, memoria storica e riflessione sul rapporto tra uomo, ambiente e sviluppo. Il campanile nel lago non rappresenta solo una cartolina suggestiva, ma anche una testimonianza silenziosa di ciò che è stato sacrificato in nome del progresso.